Manifestazione apertura al pubblico MUSAP 27.02.2023

Manifestazione apertura al pubblico MUSAP 27.02.2023

Discorso del Presidente Adriano Gaito

Grazie gentili signore e signor. Buonasera e Benvenuti a questa nostra riunione. A questa riunione celebrativa per me molto importante.

Consentitemi di porgere il benvenuto all’onorevole Vincenzo De Luca presidente della Regione Campania. Siamo tutti grati al Presidente per la sua presenza alla riapertura di MUSAP. L’essere riuscito, nonostante i tanti impegni politici, a trovare uno spazio per stare qui con noi, testimonia la sua sensibilità culturale ed artistica e la sua vicinanza al nostro lavoro, teso alla crescita di questa Istituzione. Grazie Presidente.

Il saluto di noi tutti al nostro amato Sindaco, prof. Gaetano Manfredi. Ascoltarlo in campagna elettorale, negli incontri ospitati proprio in questa sala Comencini, mi ha subito chiarito il suo grande legame alla Città. Concreta la sua visione del come affrontare i problemi della città e mettere in moto il potenziale produttivo dell’immenso patrimonio artistico/culturale ereditato. Bentornato signor Sindaco.

Il mio saluto ed il nostro benvenuto al dott. Riccardo Caccianini, V. Questore di Napoli, al Comandante il Quartier Generale della Marina Militare, Vitiello Cuciniello, dott.ssa Rosita Marchese, Presidente Accademia Belle Arti di Napoli, prof.ssa Maria Jannotti, Direttrice Biblioteca Nazionale, prof. Arech. Renato Lori, Direttoree Accademia belle Arti di Napoli, dott. Carlo Landolfo, Direttore Banca Fideuram, dott.ssa Ida Carbone Vice Prefetto, dott. Bruno Discepolo, Assessore Comune di Napoli, a Riccardo Villari, presidente del Circolo Tennis Napoli e presidente di Città della Scienza, prof.ssa Angela Tecce, direttore Museo Madre. Mi scuso con i tanti amici che non ho richiamato ed entro subito in argomento.

Oggi e per noi tutti una data importante.

Riapre MUSAP, acronimo di Museo Artistico Politecnico. Ma non solo. MUSAP è anche acronimo di Museo Artistico Polifunzionale, oltre alle opere pittoriche vi sono anche opere librarie, fotografiche, ceramiche e documenti storici. Oppure Museo App, cioè Museo che utilizza strumentazioni moderne avanzate per trasmettere la conoscenza dell’arte a tutti.

Tutto è cominciato nel 1984, ben 40 anni fa circa. All’epoca la vita del Circolo Artistico Politecnico attraversava un momento abbastanza difficile e si discuteva, quasi prevalentemente, di cosa fare per poter andare avanti e proseguire nell’attività classica di circolo.

L’idea prevalente era vendere una parte dell’immobile e/o alcune delle opere d’arte. Si viveva in un clima abbastanza pesante ed io, uno dei soci fondatori, ascoltavo gli interventi con grande preoccupazione. Ho chiesto e preso la parola e mi sono subito opposto a qualsiasi cessione. Per me, ogni alienazione di opere o di porzioni dell’immobile sarebbe stata una mutilazione. Avrebbe compromesso l’essenza culturale stessa dell’Istituzione.

Il circolo, secondo me, avrebbe dovuto rallentare l’aspetto sociale e ludico, ed avrebbe dovuto riprendere l’originale funzione della sua nascita: l’originale scopo della “Società Napoletana degli Artisti”, l’associazione costituita il 22 dicembre 1888 da un gruppo di artisti napoletani, con primo presidente Giuseppe Caravita Principe di Sirignano, nonno della nostra madrina Maria Grazia Leonetti di Santo Janni, che saluto.

La mia veramente azione ha determinato la mia elezione a Presidente del Circolo Artistico Politecnico. Da quel momento, era il 1984, è cominciato il mio lungo lavoro che, con una pausa dal 1993mal 2004 è ripreso a partire dal 2005.

Quale era l’obiettivo primario che venne approvato nell’assemblea del 1984?

Mutare il circolo sociale in un sito museale polivalente il cui obiettivo doveva essere “il porsi al servizio della pubblica utilità e tramandarne la gloriosa e storica funzione alle nuove generazioni del Territorio”

Dico subito che il percorso non è stato né semplice né breve.

Il cammino è avvenuto in presenza di numerose e notevoli difficoltà interne ed esterne.

Numerosi gli interventi che è stato necessario affrontare: istituzionali, amministrativi, giuridici, organizzativi, sociali, finanziari, gestionali, relazionali, comunicativi, immobiliari, formativi, ecc.

Sul monitor è possibile vedere tutti questi passaggi che si sono susseguiti negli anni.

Ogni riga che leggete sul monitor è una storia che avrebbe bisogno di un suo particolare racconto.

Per me, ovviamente, questa giornata simboleggia la realizzazione del sogno espresso nel 1984.

Ad esso ho dedicato molti anni di perseverante e, a volte, ostinato lavoro.

Oggi è la concretizzazione di una personale visione delle potenzialità di questa nostra Istituzione. Oltre che della sua possibile valorizzazione.

E’ stato un progetto condiviso dalla maggioranza interna, ma organizzato e realizzato quasi in autonomia.

Oggi si chiude il primo ciclo del progetto e parte un secondo percorso con basi più solide, destinato ad essere ancor più protagonista della vita artistica e culturale del territorio.

Questa nostra amata istituzione, nelle sue varie versioni temporali, ha dato molto alla Città, e non solo, e sono certo che da oggi con i suoi 135 anni di esperienza beneficerà di un cammino molto meno faticoso.

Per agevolare il nuovo sviluppo di MUSAP, si è deciso che la funzionalità di MUSAP procederà separata dalla funzionalità della Fondazione. Questa è l’innovazione che comunichiamo questa sera.  Da oggi, gli impegni gestionali ed operativi delle due entità, pur collegati tra loro, verranno gestiti in piena autonomia dalle due istituzioni.

La Fondazione fungerà da Main sponsor; MUSAP si occuperà della custodia, valorizzazione e funzione pubblica del patrimonio di arte e cultura che la Fondazione ha raccolto in questi 135 anni.

Il risultato conseguito, in questo lungo e faticoso percorso, non è solo merito mio.

Determinanti per il mio lavoro sono stati:

la grande fiducia dei Soci Fondatori presieduti dall’avv. Armando Ciappa;

l’elevato contributo che mi ha assicurato il Comitato Scientifico, presieduto prima dal prof. Fulvio Tessitore ed ora dal prof. Sergio Sciarelli, coadiuvati da Angelo Chiaiese, ometto i titoli, Ermanno Corsi, Adriano Giannola, Sergio Locoratolo, Rosita Marchese, Giulio Pane, Mario Rusciano, Edoardo Savarese, Isabella Valente, Giulio Baffi, Giuseppe Gaeta, Daniele Marrama;

la collaborazione appassionata del Personale;

infine, l’ispirazione giuntami dall’impegno delle tante personalità che mi hanno preceduto nella Presidenza di questa Istituzione. Mi riferisco a Giuseppe Caravita Principe di Sirignano, a Luigi Maria Foschini, a Pietro Caracciolo di Torchiarolo, a Nicola Sansanelli, Mattia Limongelli, Armando Caruso, Nicola Cariota Ferrara, Alfredo De Marsico, Luigi Cariota Ferrara, Antonio Landolfi, Mario Del Vecchio, ed ai Componenti il Comitato di Gestione Straordinaria (2002 – 2005) Dario Cecaro, Antonio Gaito, Antonio Reisino e Stefano Sciarelli.

Un grazie particolare a mia moglie Graziella ed alle mie figlie Stefania e Francesca che non hanno protestato per la mia dedizione al progetto.

Ho rivisitato in questi giorni la strada percorsa ed ho rivissuto il dolore della perdita della proprietà della sete, acquistata dai soci nel corso di tanti anni, attraverso lungimiranti iniziative, riuniti prima nella ARS – Società Anonima per Azioni e, poi, nella POLIARS SpA.

Il lungo battagliare, durato oltre 10 anni, e la veemente opposizione hanno salvato le Raccolte Artistiche, Culturali e l’Attività storica della Fondazione, ma non sono riusciti a mantenere ai soci il patrimonio immobiliare, aggredito da una umiliante quanto errata procedura esecutiva. Fortunatamente, in extremis, la risposta della massima Autorità del Paese alla petizione pubblica, da me avviata e sottoscritta da oltre 1500 persone importanti, accademici della cultura, delle professioni, dell’arte, ecc., molti presenti tra voi questa sera, ha agevolato l’intervento in prelazione della Regione Campania (il nostro è un immobile storico, protetto dalla legge 1089 del 1939) ed ha evitato che in Palazzo Zapata avvenisse una tragica speculazione edilizia.

La transazione, stipulata del 29 maggio 2014, tra l’ente Regione Campania e la Fondazione ha evitato anche un danno considerevole ad entrambe le istituzioni, derivante dalla sentenza di annullamento della Suprema Corte di Cassazione: nel 2012 è stato annullato l’intero procedimento giudiziario, riportando tutto allo “statu quo”. Con la transazione e l’accordo con la Regione si è trovata una soluzione utile ad entrambe le istituzioni.

Nel durante non si è stati fermi.

Si è proseguito senza sosta e si è progettato, avviato e realizzato una diversa vitalità che, con il sostegno di tutti, ha consentito di mettere insieme, uno dopo l’altro, tanti tasselli capaci di comporre un mosaico completamente diverso da quello tradizionale: il circolo, da sociale e ludico, è mutato in MUSAP, istituzione artistico/culturale tesa a conservare e valorizzare l’amplissimo patrimonio artistico destinato dai Soci Fondatori, con magnanimità e lungimiranza, al Territorio.

E’ la prima mutazione avvenuta, credo nel Paese. Di solito avviene l’inverso.

Nel nostro caso il circolo è sparito e il tutto è stato destinato ad un centro artistico/culturale.

Il processo di mutazione è stato realizzato senza ripensamenti e senza soste, anche nei momenti di grande difficoltà, nel corso dei quali, solo il ricorso ad un prestito bancario di 600.000 ., garantito dalle fideiussioni personale e del dott. Arnaldo Sciarelli, ha evitato la chiusura della Istituzione e la vendita del patrimonio artistico.

Sono trascorsi trent’anni, il passo non è stato veloce, ma l’elenco dei vari passaggi rende giustizia all’impegno profuso.

Dico subito che non sono soddisfatto. Ovviamente tanto altro va fatto e tanti ostacoli vanno ancora superati.

L’Istituzione va posizionata al più alto livello possibile, anche dal punto di vista competitivo e vanno create le condizioni per il rinnovo del comodato in essere.

Gli ultimi due anni, a causa della pandemia e della crisi energetica, ci hanno notevolmente appesantiti.

Da un latoassenza di ogni entrata operativa: niente mostre, niente convegni, niente presentazioni di libri, niente esposizioni, spettacoli, ospitalità, niente donazioni, niente contributi, niente biglietteria; dall’altro, invece, si è assistito a un aumento considerevole dei costi.

Ma il periodo di obbligata inattività ci ha consentito di realizzare, quasi totalmente, il progetto MUSAP 4.0, ammesso al contributo dalla Regione Campania. Per tale concessione ringraziamo gli uffici e le leggi che il Presidente ha emanato.

Oggi ci presentiamo a voi ed al pubblico con una veste migliore, più razionale, completamente rinnovata nell’offerta museale polifunzionale: pittura, scultura, grafica, ceramica, foto storiche, volumi, documenti d’Archivio, strumenti ed arredi d’epoca, ecc.

Ma!

I contributi non sono sufficienti a sostenere MUSAP.

Serve un adeguato e costante sostegno finanziario.

Il progetto, infatti, ideato e curato dal Gruppo di Lavoro con Diego Esposito progettista, Sergio Sciarelli, Paola D’Alconzo, Lucio Turchetta e Adriano Gaito ha richiesto notevoli impegni e, per essere al passo, richiederà nel tempo una sua distribuzione modulare ed ulteriori investimenti.

Molti sono i musei in zona: Fondazione Morra, Museo Aldobrandini, Museo del Corallo, MeMus (Teatro San Carlo), Museo Civico, Palazzo Reale, Galleria d’Italia, Foqus (Quartieri Spagnoli), Liceo artistico Filippo Palizzi, ecc. 

Tutti nostri competitors nell’impegno di catturare il visitatore domestico e/o estero.

L’offerta artistica e culturale è ampia e varia, ciascuno ha i suoi punti di forza e di debolezza.

Il più attrezzato appare il museo delle “Gallerie d’Italia”, nel palazzo ex Banco di Napoli. E’ all’avanguardia ed è dotato ogni comfort. Ma? E’ il museo di Banca Intesa S.Paolo.

Tra tante istituzioni è posizionate il nostro MUSAP.

La sede, nel vanvitelliano Palazzo Zapata, in piazza Trieste Trento, nel centro storico e nevralgico della Città, è posta al centro di tante strutture e, ciò, non le consente di sottrarsi alla vista di persone aziende e istituzioni.

Purtroppo l’ingresso non è curato.

Tutti avrete notato che, entrando nel fabbricato, ci si imbatte in un cortile abbandonato al degrado: tubi di sfogo cucine, emissioni da scarico aperto di impianti, pianerottoli ed ingressi ancora nelle condizioni determinate dal sisma del 1980, portineria non curata, auto e moto che con il loro movimento danneggiano mura e pavimentazione antiche, e che, posizionate senza ordine, sono anche un ostacolo alla mobilità pedonale,  ascensore con cabina a pareti metalliche cieche, più idoneo  ad un tunnel cementizio del Centro Direzionale che ad un palazzo storico, protetto dal vincolo della legge 1089 del 1939.

E poi!!

Al piano della sede, appena usciti dall’ascensore, ci si imbatte in un ballatoio ammalorato, con pavimentazione sconnessa, colonne degradate e mancanti di porzioni perimetrali, pilastri non curati, impianti inefficienti.

E’ un vero “pugno nell’occhio” all’architettura Vanvitelliana.

Si ha l’impressione di trovarsi ancora nella drammaticità del 1980, ancora di fronte al “FATE PRESTO” de “Il Mattino” dell’epoca.

E che dire di alcune sale da anni bloccate dalle infiltrazioni periodiche, provenienti dai terrazzi soprastanti e dai cornicioni avvolti, da tempo, in teli che non riescono a proteggere dalla caduta di pietrisco e terriccio.

Molti sono stati tentativi con il condominio per avviare progetti di recupero, ma la nostra voce non è stata ascoltata.

E’ mancata risposta anche alla nostra richiesta di installare, a nostre spese, una targa all’ingresso del portone indicante “Palazzo Zapata”.

Eppure, MUSAP è un incremento alla valorizzazione dell’offerta turistica del Territorio.

Sappiamo tutti che musei e monumenti sono il vero giacimento della ricchezza della Città e del Territorio. Essi sono i catalizzatori di milioni di turisti domestici e/o esteri che affollano i nostri territori. Tutti, amministrazioni, alberghi, negozi, luoghi di svago, teatri, ristoranti, bar, trasporti, ecc. ne traggono e ne trarranno benefici. Quale occasione migliore per fare sistema?

Un museo ha bisogno di presentarsi coerente col voler essere attraente.

Non bastano la qualità delle opere che propone, servono anche l‘ambientazione, la cura dell’esposizione, la cultura che trasmette, il racconto e l’ospitalità che offre.

Il visitatore, specie se straniero, deve essere catturato dall’insieme dell’offerta.

Solo così potrà divenire il nostro promoter diretto.

Non dimentichiamo che la prima promozione avviene tramite il testimone.

MUSAP non è un museo tradizionale.

MUSAP è uno scrigno di memorie ed è un ponte a cavallo di tre i tre secoli di storia, dal 22 dicembre 1888, quando, per la prima volta nella storia di pittori, abituati a gareggiare fra loro per ottenere le grazie del mecenate di turno, si mettono insieme per fare gruppo e valorizzare la produzione artistica collettiva, evitando di lacerarsi fra loro. Immaginate quale salto! Siamo alla fine del 1800! Ancora oggi è difficile fare associazione!

MUSAP, è ancora poco conosciuto nei suoi valori artistici, culturali e storici.

MUSAP ha assoluto bisogno che le negatività esistenti vengano urgentemente e totalmente rimosse.

Dateci una mano.

Non vogliamo essere aiutati a valorizzare un nostro bene privato.

Chiediamo aiuto per valorizzare un patrimonio della Comunità.

Un patrimonio utile all’economia turistica del territorio.

Aiutateci.

Noi, senza tentennamenti, faremo la nostra parte.

Con tale spirito è stato realizzato il volume catalogo “Riscopri Napoli – MUSAP” che avete trovato all’ingresso.

Esso vuole parlare a tutti, senza distinzioni, con l’intento di costruire un rapporto visitatore/museo più facile e stimolante e, come ha detto Renzo Piana in una recente intervista, con l’intento di agevolare “il rifiutare l’intimidazione tipica dei musei, luoghi privilegiati per persone colte, ed aprire le porte ad un luogo che sostituisca la curiosità all’intimidazione”.

In “Riscopri Napoli – MUSAP”, MUSAP si presenta come un luogo nuovo, diverso dal precedente che, ancora legato ad un modello stratificato nei 135 anni di storia gloriosa, è rimasto nella memoria di tutti come un luogo segreto, un pò misterioso, nascosto nelle sue bende testimoni di storie lontane.

Al prof. Diego Esposito, titolare della cattedra di Storia dell’Arte all’Accademia di Belle Arti di Napoli, con piena convinzione e grande fiducia, consegno quindi il testimone della direzione di MUSAP.

Sono certo che il suo impegno sarà pari al mio, ma che il risultato sarà certamente maggiore.

Ed io? Continuerò nella presidenza della Fondazione e mi dedicherò alle tantissime attività più vicine al mio DNA.

Grazie per la pazienza grazie.