La Farmacia

La Farmacia

Sovrapporta di Arnaldo De Lisio, Veleni. Critici d’arte et colleghi, olio su tavola.

Oggi sentire il nome Farmacia rimanda al panico e alle file interminabili per accaparrarsi la tachipirina o l’ultima mascherina cercando di sconfiggere il Coronavirus che affligge l’umanità in questi giorni. Poiché siamo costretti a stare a casa, sedetevi comodamente sul divano e leggete questa storia. Nell’ormai lontano 1923 un gruppo di artisti meridionali, composto da Vincenzo Caprile, Vincenzo Volpe, Giuseppe de Sanctis, Paolo Vetri, Stefano Farneti, Vincenzo Migliaro e altri, si riuniva in una sala del Circolo Artistico Politecnico e “sembrava quasi che preferivano passare il bel tempo in conversari amichevoli, dal tono di quelli che si facevano una volta, nelle Farmacie, quando medici e notai del paese vi si vedevano per indugiarsi sui fatti più o meno intimi e faceti della famiglie più note”. Infatti la suddetta Sala fu successivamente denominata Farmacia e senza rendersene conto ospitò, per qualche decennio, una sorta di “società segreta”, l’Ars et Gaster, presieduta da Paolo de Notaristefani, distinto giureconsulto, sempre sagace contraddittore. Ognuno dei componenti sembrò quasi interpretare un ruolo, ricordiamo Giovanni Pastore che fu autore di ironici madrigali offerti in occasione dei banchetti, di cui resta ben poco, poiché gli americani nel periodo dell’occupazione, ne alimentarono le stufe, e ancora Carlo Mola “abile nel prendere in giro i presenti”o Raffaele Fossataro “dall’immancabile cappello in testa all’uso di D. Morelli”. Furono prese anche decisioni importanti, l’Avv. Armando Caruso, Presidente del Circolo Artistico Politecnico tra il 1959 – 1968, bandì la lotteria artistica per l’erezione del Monumento a Ferdinando Russo nel recinto degli uomini illustri del Cimitero di Poggioreale, realizzata dallo scultore Enzo Puchetti.

Nella Farmacia Arnaldo De Lisio eseguì due sovrapporte “dove sono tuttora allineati tra l’altro barattoli contenei innocui veleni che nei tempi andati venivano propinati a tutti attraverso notevoli dosi di buonumore, di maldicenza che sfiorava ma non feriva, di spirito caustico”!

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